martedì

TUTTO E' BENE.... (gennaio 2012)

Il nostro viaggio di nozze stava terminando, i giorni non erano passati così velocemente, un mese in Brasile tra camminate arrampicate e nuotate, aveva dato i suoi frutti, psicologicamete eravamo rigenerati e fisicemente, bhè, eravamo tonici, dimagriti e abbronzati, ci godevamo quel momento di narcisismo, sapendo che da li ad un mese, saremo tornati preoccupati, sovrappeso e bianchi come la morte.
La nostra tappa finale era stata Ilha Grande, un' isola senza auto, con una natura disarmante, grassa, verde, piena di animali liberi, Capirinha da k.o. e con una delle dieci spiagge più belle del mondo a tre ore da Rio de Janeiro.
Il viaggio di ritorno era iniziato bene, la barca che ci portva sulla terra ferma era in orario, dopotutto avevamo cinque ore prima che il volo partisse.
Giunti al porticciolo il pulman superconfort, visto in foto c'era, ma era in scala, un piccolo scuola-bus modificato, sedili stretti anche per le mie gambe, che non sono certo lunghissime... neanche lunghe.
Il gruppo di turisti (noi) inizia a lamentrsi, ma l'autista già ubriaco ci fa sedere e partiamo.
Per alcuni Svedesi è impossibile stare seduti, i ragazzi si rialzano e continuano a discutere prima tra di loro e poi con l'autista, che (vi avevo detto che era ubriaco?) gira la testa per rispondere e...andiamo fuori strada; Attimi di terrore e silenzio, lui come se niete fosse rimette in moto e ripartiamo....la tensione è allarmante, una ragazza incinta piange e dice che vuole scendere, il compagno urla all'autista di fermarsi, ma lui sorride con quella faccia da narcotrafficante e cerca di rassicurarci..non è convincente!
Pensate che sia finita qui? Sbagliate, dopo pochi kilometri si buca una gomma, il pulmino rallenta, ma prosegue, Eduardo gli intima di fermarsi e come risposta l'autista ubriaco, girando la testa , di nuovo verso di noi, ci dice a brutto muso < Sono io l'autista, so quello che faccio, le ruote sono doppie chiaroo!!??non fa intempo a dirlo e sbanda di nuovo! Adesso basta, tutti i passeggeri iniziano ad urlare e inveire,  < fermati, o chiamiamo la polizia!!!inizia anche a piovere...parecchio, l'autista ubriaco alla fine si arrende e ad una piazzola decide di liberare i suoi ostaggi.
Noi superstiti, ci siamo divisi in gruppetti, che dopo aver ripreso i bagagli e baciato a terra, tentiamo di riparaci sotto le pensiline di legno.Ci vorrà un'ora prima che arrivi il bus sostitutivo , siamo solo a metà strada e mancano tre ore ...potremmo perdere l'aereo, Edu esclama <Piano B!> io lo guardo amaliato, è il mio eroe, <Hai un piano B?>... <Certo, chiamo un taxi >...sembra facile, raggiungiamo a piedi la pompa di benzina e chiediamo informazioni ad un ragazzino che ci da un numero di telefono di un autista privato, lo chiamiamo e naturalmente, ci risponde che ha bevuto troppo e non se la sente di guidare (almeno lui ha la conpiacenza di restarsene a casa ), però ci da un altro numero; sta volta l'autista non ha bevuto e in venti minuti arriva per portarci in areoporto.
La macchina è comoda, pulita e confortevole, il signore alla guida, rassicurante ed educato, possiamo rilassarci, fuori piove a dirotto e durante il tragitto ci spiega che di domenica, (ed era domenica) tutti vanno fuori e bevono e il pomeriggio quando rientrano, fanno gli incidenti, neanche a farlo a posta, mentre lo dice passiamo davanti ad una macchna attaccata ad un palo, con altre due incastrate dietro, sirene della polizia, persone che litigano e traffico rallentato, ne conteremo ben quattro di incidenti, prima di arrivare sani, salvi  e appena in tempo, all'areoporto internazionale Antonio Carlos Jobim.
Stanchi e rattristati, non volevamo lasciare così quel magnifico paese, non con quel mood, un mese bellissimo, non poteva chiudersi come una qualsiasi disavventura sul Raccordo Anulare il giorno di pasquetta.
Edu, sfoderando il suo fascino da romano in vacanza, chiede all'hostess del ceek in < Io e il mio compagno, stiamo tornando dal viaggio di nozze, ma è vera quella leggenda che dice, che se ci sono posti in prima classe, uno strappetto alla regola lo potete fare?...abbiamo passato le ultime ore in uno stato emotivo orribile....please lo diceva con l'epressione da Puttino, con un delicato sorriso infantile, ma non fu sufficente < Mi dispiace siamo pieni, pensi che, chi arriva tardi, rischia anche di restare a terra >
Durante la prima ora di volo, uno stuart, alto e dinoccolato si avvicina alle nostre poltrone e soridendo educatamente chiede <Mr.Eduardo Barbaro?> Edu risponde e lui gli porge due pacchetti <Con gli auguri di un felice matrimonio, da parte dello staff di volo, le porgiamo un cadot, per lei e per sua moglie>, mentre lo diceva osservava prima me e poi la vecchia ottuagenaria tedesca che sedeva tramortita accanto ad Edu e la sua voce divenne insicura e stridula...io presi il pacchetto dalle sue mani e lo aprii, dentro c'erano delle pantofoline, una camicia da notte e un latte detergente, lo stuart era imbarazzato e io ridendo gli chiesi <Ma è sicuro che sia la mia taglia?ridemmo di cuore, ridemmo così tanto che lo stuart si mise in ginocchio, poi prendendo fiato e componendosi ci disse <avrei dovuto chiedere più dettagli prima di venire da voi, sono sorpreso positivamente, siete una coppia bella e simpatica, tra due settimane anche io mi unirò civilmente e anche se non è professionale a voi posso dirlo, il mio futuro compagno, è il pilota di questo aereo>
Ok. il nostro umore era risalito ...ad alta quota e il viaggio di ritorno fu perfetto. All'uscita dell'aereo, lo stuart salutava tutti compostamente, ma a noi no, ci strise la mano e ci baciò le guance, poi con un gesto della testa ci indicò la cabina aperta, dentro si intravedeva un uomo sulla quarantina, distinto e con la divisa da pilota, sussurrai allo stuart < But, he's so beautiful > e lui diventando rosso movendo solo le labbra rispose < i know >.
il nostro viaggio di nozze era finito, da li a poco sarebbe toccato allo stuart e al pilota e mai come per loro “Love is in the air”

ps: la compagnia è Lufthansa





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