martedì

IL SENSO DI ALE PER IL CIBO.


Me l’ha fatto giurare quasi solennemente dopo avermi tenuto la fronte mentre vomitavo tra due cassonetti al vicolo dietro un ristorante cinese di Chinatown a Singapore, mi disse con tono divertito e un po’ severo, “ Da adesso in poi i ristoranti in vacanza li scelgo io…ok?” e io mentre gli chiedevo un fazzolettino per asciugarmi la bocca, non ho potuto che replicare, “…Ok!”.
Io non mi definirei schizzinoso, piuttosto uno che certe cose proprio non le mangia, la carne deve essere carne, le interiora per me non lo sono, lo stesso vale per il pesce poi il fatto che l’aspetto finale, cioè quello che mi ritrovo nel piatto, non debba ricordare minimamente che prima era un animale vivo, viene da se... e quando Eduardo mi fa notare che ho un approccio poco coraggioso al cibo, gli rispondo che poteva andargli pure peggio, sarei potuto essere un vegano radicale.
Una delle prime volte che si e’ manifestato il mio discutibile senso per il cibo all’estero, e’ stato a Shanghai…davanti ad un localino pieno di prostitute ho sentenziato,” Entriamo qui’ Edu, mi sento che un ristorante pieno di battone e’ l’equivalente di un ristorante pieno di camionisti su una  strada provinciale in Italia”.
Quella sera scelsi io per tutti e due, lasciandomi consigliare dal cameriere, specificando che non mangiavo organi interni. Dopo un po’ mi arrivò un piatto, con quello che in apparenza poteva sembrare del mais, Edu, si trovò nel piatto una miriade di animaletti con zampe e antenne, chiamati letteralmente, blatte di mare, ne mangiò un bel po’, prima di commentare che erano troppo piccanti per definirne il sapore…io invece, dopo avere assaggiato il mais, ho scoperto, che altro non erano che zampe di gallina tagliate a rondelle e quello che credevo una tostatura  interna, altro non erano che  falangette …. quella sera a cena bevvi solo un bicchiere di acqua .
L’ultimo “ Food disaster ” in ordine fu proprio a Singapore, io amo la cucina asiatica, ma forse lei non ama me… a Chinatown  fui attratto da un posticino semideserto, ma con dei tavolini carini carini.. entrati ordinai zuppa di pollo e verdure saltate: Arrivata la zuppa, Edu con le bacchette tirò fuori un pezzo di carne lungo e sottile e disse “…e questo chi lo mangia?” mentre me lo avvicinava alla bocca, riconobbi chiaramente un becco e attaccata di seguito una piccola lingua, seguita da una sottile trachea….beh’, come e’ andata a finire già lo sapete.

venerdì

CONNECTIONS


Sono passate quasi due sattimane da quando è ripartito, l'ultimo periodo ci è andata di lusso, tra riunioni di lavoro che Edu ha avuto a Roma e il mio viaggetto a Dublin, siamo stati ben un mese senza lasciarci, svegliandoci insieme e andando a dormire insieme, lui durante il sonno mi cerca e mi usa come cuscino, quando le braccia mi formicolano e il collo si irrigidisce, lo scanso in malomodo, lui neanche si sveglia, mi risponde con parole confuse, si gira dall'altra parte e dopo una mezz'ora ritorna all'attacco.
Come ti cambia la percezione dell'assenza, questa notte avrei voluto averlo vicino, avrei voluto sentire la sua testa zavorrata sul mio petto e sta notte avrei resistito, non gli avrei detto niente.
  Ci sono quelle notti che sei più vulnerabile alla solitudine, sei più esposto alla tenerezza... mentre cercavo di farmene una ragione, mentre cercavo di prendere sonno,  nel buio, il cellulare si illumina, seguito da un metallico Bip, Edu mi scrive... “ Oggi avrei voluto tornare a casa, aspettarti e chiudere gli occhi con te sul divano, parlare non parlare e addormentarmi al suono del tuo respiro”
Essere emotivamente connessi è un dono che spetta solo a chi sa ascoltare.
Questa notte ho preso il suo pensiero amorevole, l'ho poggiato sulla spalla e ho dormito profondamente.